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AUTOSTRADE PER L'ITALIA

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AUTOSTRADA A1 MILANO NAPOLI Ampliamento alla 3a corsia nel tratto compreso tra Firenze Sud e Incisa Vadlarno

SPEA Ingegneria Europea

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SPEA ENGINEERING SPA

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IL MONITORAGGIO DELLE ACQUE SOTTERRANEE

 

Aree interessate

Nell’ambito dell’area di studio la circolazione idrica sotterranea più superficiale (prima falda) viene alimentata in maniera significativa dalla rete irrigua e dagli apporti meteorici; mentre le falde più profonde hanno circuiti d’alimentazione non direttamente connessi alla superficie. La zona a Nord Nord-ovest di Milano è caratterizzata da un’estrema eterogeneità dei depositi di origine fluvioglaciale, che rendono complessa la struttura idrogeologica dell'area. La rete idrica superficiale alimenta in maniera variabile la falda ed in particolare in funzione della diversa permeabilità dei depositi superficiali e dalla diversa morfologia dei terrazzi. La diffusa presenza di depositi argillosi in superficie, infatti, non permette un’omogenea infiltrazione delle acque, con la conseguente presenza di acquiferi di varia dimensione.

A livello regionale la soggiacenza della falda diminuisce da nord verso sud ed è influenzata sia dalle variazioni stagionali, che producono oscillazioni anche di alcuni metri, sia dalle più consistenti variazioni a periodo medio - lungo. A livello locale si ha invece una diminuzione della soggiacenza più marcatamente verso sud e in misura minore in direzione sud-est.

Le soggiacenze massime sono generalmente registrabili nei mesi invernali (novembre-dicembre-gennaio), mentre le soggiacenze minime sono generalmente registrate nei mesi tardo estivi (agosto e settembre), a conferma della forte influenza dei canali irrigui sui livelli piezometrici. Le misure piezometriche disponibili per la tratta in oggetto indicano la presenza di una falda abbastanza profonda (tra 12 e 20 m circa dal p.c.) con escursioni che mediamente risultano dell’ordine di 5÷6 m e che potrebbero ridurre la soggiacenza a 6÷7m da p.c.

Le unità idrogeologiche presenti nel territorio di interesse che si succedono passando dalla più profonda alla più superficiale, sono costituite dall’unità sabbioso-argillosa e dall’unità sabbiosa. La prima è costituita da depositi fini in facies transizionale e marina litologicamente caratterizzati da argille e limi, su cui si intercalano livelli di ghiaie sabbiose e sabbie. In questa unità sono presenti acquiferi di tipo confinato nei livelli ghiaiosi intercalati alle successioni meno permeabili, la cui vulnerabilità è mitigata dalla presenza al tetto di strati argillosi sostanzialmente continui. L’unità ghiaioso-sabbiosa è presente con continuità nel territorio considerato ed è costituita da depositi in facies fluviale formati da ghiaie e sabbie con intercalazioni argillose di spessore e frequenza crescente verso il basso. Localmente sono presenti orizzonti costituiti da ghiaie cementate ed arenarie. L’unità è sede dell’acquifero libero (falda freatica) tradizionalmente utilizzato dai pozzi di captazione a scopo idropotabile di vecchia realizzazione e da pozzi privati.

Il tracciato di progetto prevede la realizzazione di un tratto di strada in trincea per una lunghezza totale di circa 800 metri, e la costruzione della galleria artificiale “Baranzate” per un lunghezza di circa 150 metri.

I risultati della simulazione mettono in evidenza uno spostamento localizzato delle curve isofreatiche a ridosso della nuova galleria artificiale con innalzamenti massimi della superficie piezometrica pari a circa 90-100 cm in corrispondenza del punto di massimo approfondimento, pertanto anche le interazioni a lungo termine sono tali da non alterare significativamente l’idrogeologia locale lasciando quindi inalterato il bilancio idrico complessivo. Tale modesta interferenza risulta dal fatto che le opere di fondazione profonda causano solo un parziale ostacolo al deflusso sotterraneo in quanto esse occupano solo in parte il substrato saturo e non invece l’intero spessore dell’acquifero, lasciando in tal modo la possibilità all’acqua di circolare al di sotto di esse.

 

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